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La liberta’ di cura perduta

La velocita’ con cui certi diritti fondamentali vengono infranti oggi e’ impressionante. Sotto i colpi incessanti di un globalismo pervasivo senza etica e senza criterio, le grandi multinazionali ed i loro utili idioti riescono a calpestare ogni dignita’, a manipolare coscienze, al solo scopo di arricchirsi senza limiti ne’ freni, dirottando e boicottando ogni sforzo, politico e scientifico che sia, anche minimamente finalizzato a porvi un qualche argine.

Complici una classe medica ignorante, interessata e corrotta, egregiamente rappresentata dal suo ordine professionale, un ministro della sanita’ incompetente e neanche laureato, il sistema irrimediabilmente decadente del post-berlusconismo, ricercatori inadeguati, quando non prezzolati e conniventi, l’obbligatorieta’ dei vaccini e’ l’esempio piu’ eloquente della frode globale imposta da certe multinazionali in Italia.

Stavolta, il diritto palesemente e gravemente calpestato e stracciato e’ la liberta’ di cura. I nuovi dettami del Grande Fratello globalista impongono che il nostro corpo non debba essere piu’ di nostra proprieta’, o soggetto solo alla nostre libere scelte su come curarci, ma piuttosto diventare il campo di sperimentazione o di attuazione delle multinazionali del farmaco, oggi meno che mai, guidate da qualsivoglia vera scienza o dal rispetto della vita umana.

Un protocollo per la sottomissione sperimentato con l’informatica

Per alcuni, e’ facile ricordare gli albori dell’uso dei personal computers. Alla improvvisa consapevolezza delle possibilita’ offerte dal personal computer, come strumento potenzialmente capace di risolvere una miriade di problemi, gli utenti ben presto hanno dovuto affrontare il maggiore problema di macchine che, pur crescendo esponenzialmente in termini di capacita’ di calcolo ed efficienza, hanno fatto sempre meno funzioni ed interessi di coloro che le compravano ed invece sempre piu’ gli interessi di altri. L’esempio piu’ comune erano i programmi di scrittura (“text editors”), spesso con incompatibilita’ disegnate solo con l’esigenza di monopolizzare il mercato, con grande frustrazione dell’utente finale. Oggi, come diretta conseguenza del medesimo fenomeno, un telefono cellulare “smart” anche se molte volte piu’ potente di un vecchio personal computer, fa sempre meno, in percentuale di possibilita’ d’uso, per l’utente che lo paga, e sempre piu’ per le multinazionali che lo forniscono, direttamente o indirettamente. Molto, forse anche troppo “smart”, ma solo per chi lo mette sul mercato, certo non per chi lo compra. Per chi lo compra, e’ diventata una trappola, piu’ che uno strumento utile. Infatti, persino i controlli base delle funzioni essenziali del dispositivo, come l’accensione, il collegamento, l’alimentazione (la connessione alla batteria), il microfono e la telecamera, diventano sempre piu’ inaccessibili, “soft” e non controllabili da parte dell’utente, anche se facilmente gestibili dall’esterno. Tutto cio’ sta essenzialmente portando le possibilita’ di manipolazioni delle nostre vite sociali, dei nostri contatti, della nostra cultura ed esigenze, a livelli mai ottenuti in precedenza.

Dall’elettronica alla biologia, alla nostra salute

Contemporaneamente, i progressi della biologia e della medicina sono stati enormi. Per esempio, oggi si puo’ modificare con precisione ed a volonta’ il codice genetico di una cellula o di un intero organismo. Ma i benefici di tali progressi sono di fatto resi largamente indisponibili per curare malattie, o per non invecchiare, o per non morire. Alla stessa stregua del potere di calcolo delle macchine, l’enorme potere della biologia viene dirottato verso interessi totalmente diversi da quelli del pubblico, quelli che si direbbero dell’umanita’. Gli stratagemmi usati per farlo sono essenzialmente gli stessi gia’ utilizzati per i computers. Coloro che conoscono Richard Stallman, per il quale un certo tipo di “computing” e’ da considerare una vera e propria “prigione”, e le sue considerazioni sul free e non-free software, forse riescono ad intravedere le incredibili, ma definite similarita’ tra l’appropriazione indebita della capacita’ di calcolo di un computer, una macchina che, evidentemente, non fa quasi piu’, se non marginalmente, gli interessi di chi la ha comprata, e la criminale obligatorieta’ di trattamento sanitario, preventivo o diagnostico sul nostro proprio corpo. Quest’ultimo diventa di fatto sempre meno nostro, ma sempre piu’ assoggettato ad una pseudo-medicina e pseudo-ricerca, il cui fine ultimo chiaramente non e’ assolutamente piu’ “guarire”, ma piuttosto creare stabili flussi di danaro nella precisa direzione delle multinazionali del farmaco; costi quel che costi.

I vaccini possono essere uno strumento efficace nella lotta a diverse malattie. Ma nell’ottica di cui sopra, con l’obbligatorieta’, la possibilita’ che si usi un vaccino che non protegge, ma piuttosto danneggia l’organismo a cui viene somministrato, possibilmente creando l’indotto per futuri guadagni, o anche per altri scopi indicibili, e’ pura logica, anche piuttosto ovvia. In questo contesto, chi la etichetta come complottismo, o e’ in malafede o semplicemente stupido.

Metodi comuni in tutto il mondo

I meccanismi di coercizione ad un qualsivoglia trattamento sanitario sono gli stessi, dappertutto. Se sei un infermiere, il tuo lavoro ti impone di proteggere i pazienti; se sei uno studente, non puoi infettare i tuoi compagni. Se vuoi ricevere il sussidio (sanitario, di disoccupazione, o altro), devi essere in regola.  In tutti i casi, devi vaccinarti o perdi il lavoro, l’educazione, i benefici. E con il rinforzo di quella madornale stupidaggine dell'”effetto gregge” se occorre; un’argomentazione supportata da zero evidenze scientifiche. Prossimamente, in Italia, c’e’ da aspettarsi che un sussidio di disoccupazione o reddito di cittadinanza verra’ elargito soltanto con l’obbligo di vaccinarsi. Sta diventando un ricatto, quasi sempre e quasi dovunque nel mondo: un prodotto, dubbio se non dannoso o sperimentale, forzato nella gola della gente, cosi’ come il pasto di oche all’ingrasso. E’ un sogno per produttori industriali monopolistici, senza competitori, e per i regimi da essi stessi creati e mantenuti; un disastro per tutti gli altri.

Negli USA, l’associazione dell’Ohio dei Sostenitori della Liberta’ di Cura (OAMF, Ohio Advocates for Medical Freedom), formata dalla base, da cittadini, tenta un’agguerrita resistenza a favore della liberta’ di cura, coinvolgendo politici locali.

In Italia?